BOBAN STANKOVIC

Voglio dimenticare la guerra e guardare avanti con i sogni dei miei figli

Boban Stankovic è serbo e ricorda ancora gli orrori e le tensioni delle guerre civili nella ex Jugoslavia. Oggi la Serbia è un Paese giovane, dinamico, in crescita, dove si può trovare lavoro e vivere. A Boban piacerebbe tornarci, un giorno, ma vive in Italia dal 2002 e ormai la sua casa è qui.

Sono arrivato nel 2002, in cerca di lavoro. Prima ho trovato un posto in una ditta che produceva legno, poi ho fatto il muratore. Andavo e venivo dalla Serbia perché per rimanere in Italia ci volevano visti, nulla osta, un sacco di documenti e volevo portare qui anche mia moglie e i miei due figli”, racconta. 

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Quando è arrivato nel bresciano, Boban Stankovich non sapeva la lingua e si è affidato ad alcuni amici che vivevano qui già da tempo. “Mi sono messo a studiare: di sera andavo a scuola di italiano a Rovato e di giorno andavo a lavorare”, ricorda.
“Abbiamo sempre vissuto a Erbusco e ci troviamo bene. Ci sono dei bei paesaggi in questa zona. A me piace pescare, andare il giro con lo scooter su Lago di Iseo, a Pontoglio”.

Boban lavora in Fonderie Ariotti da circa tre anni. E’ un operatore del reparto Formatura e lavora con altri due serbi, quattro rumeni e altri colleghi italiani. “Mi piace molto questa azienda, mi ci trovo bene perché il clima è piacevole, soprattutto quando si lavora in gruppo”. “Quando sono arrivato qui mi sono sentito subito accolto, mi hanno insegnato a fare bene il mio lavoro prestando molta attenzione alle sicurezza, che è importantissima”. 

Alimentare lo spirito di squadra è uno degli obiettivi delle politiche aziendali di Fonderie Ariotti, che ai suoi lavoratori trasmette da sempre il valore della condivisione e del dialogo, anche organizzando attività formative sui temi della sicurezza e della collaborazione.

All’inizio degli anni Novanta, nel pieno delle guerre jugoslave, Boban faceva il militare. E quando gli chiediamo di raccontarci un po’ di più di quel periodo la voce gli si ferma in gola: “E’ meglio dimenticare”. E cambia argomento: “Negli anni Novanta tanti miei amici se ne sono andati, io ho parenti in Australia e pensavo di raggiungerli, ma è davvero troppo lontana. Ho scelto l’Italia anche per la vicinanza con le mie origini”.

Tutta la famiglia Stankovich si trova bene, in Italia, ma Boban è un po’ preoccupato per il futuro dei suoi figli, di 20 e 23 anni. Dice che qui non si trova lavoro facilmente, che sarebbe meglio per loro andare in Germania. “Ma chissà – chiude con un sorriso -. Il più giovane è appassionato di lingue straniere: gli piace il giapponese, il coreano, sogna un viaggio in Oriente. Credo proprio che a lui non manchi il coraggio di andare dall’altra parte del mondo”.

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