GIORGIO PEDRETTI

La competenza, la buona volontà e l’impegno non hanno colore

In una fabbrica di ghisa dove trovano lavoro 110 persone non si può andare d’accordo con tutti. La gente è tanta, i caratteri sono diversi, è naturale che ci si scontri. “Ma se c’è qualche problema, c’è il clima aziendale che argina e isola litigi e incomprensioni”.

Il clima aziendale. Un bene preziosissimo. A parlarci di quest’ ”arma vincente” è Giorgio Pedretti, direttore dell’officina meccanica, in Fonderie Ariotti da circa tre anni, che ha già fatto suo il vero spirito che caratterizza questa azienda.
Giorgio dirige un reparto che conta 15 persone, italiane e straniere.
“Brave persone, corrette – ci racconta -. Quello che spesso non va è l’approccio di certi italiani nei loro confronti. Ma, per fortuna, gli altri lavoratori fanno da argine e soprattutto a porre dei limiti sono i vertici dell’azienda. L’azienda proprio non favorisce i comportamenti scorretti”. 

04 content giorgio pedretti

Giorgio Pedretti è una persona amabile, sfodera una sicurezza ferrea e convincente quando parla del senso di integrazione che vive all’interno della fonderia. “Siamo a un livello superiore rispetto alla semplice integrazione – spiega -, c’è un atteggiamento di comprensione che si dimostra verso tutti i dipendenti, non solo nei confronti degli stranieri. È il valore della comunità, in cui tutti siamo uguali, tutti possiamo avere bisogno di aiuto. Qui si trova sempre il modo di venire incontro a tutte le problematiche”. 

Nessun episodio allarmante, nessun caso spiacevole, ma nel caso succedesse, il sistema di contenimento messo in atto dall’azienda sarebbe efficace e risolutivo.

Ci tiene a sottolineare, Giorgio, che in azienda si investe molto nella formazione delle risorse umane. E che si scelgono le migliori figure lavorative, siano esse italiane o straniere. Questa è la cosa importante. “Jona – racconta ancora Giorgio –, originario del Ghana, è operatore delle macchine a controllo numerico. È un lavoro complesso, ci vuole pazienza, la formazione è continua perché le macchine sono particolari ed estremamente innovative”. “Emanuel è in officina. È bravo nonostante sia molto giovane, è stato assunto subito dopo la scuola”. “C’era con noi anche Vikram, originario dell’India. Una persona gentile e molto umana. Si è licenziato perché ha trovato un’altra opportunità. Con noi è cresciuto molto, lavorava in ufficio, è diventato collaudatore di pezzi meccanici, un incarico decisivo. L’avevamo “rubato” ad un’altra azienda proprio per la sua bravura. Per un’azienda è essenziale avere bravi professionisti. Italiani o stranieri, bianchi, neri o gialli, non è importante”. 

03 content giorgio pedretti